In questi giorni molti si sono affannati a mettere in croce la pubblicità pseudo-pedopornografica di Balenciaga, ma pochi hanno dedicato un briciolo di attenzione alla pubblicità dell’UNICEF in cui una serie di belle fighe, impugnando saldamente alcune fiale di vaccino, ci giocano come fossero simpatiche boccette di profumo o, ciò che è lo stesso, feticci sessuali.
E fin qui chi se ne frega. Chi ha abboccato alla storiella del vaccino può anche permettere di farsi prendere per il culo col più classico dei trucchi pubblicitari: abbinare prodotti più o meno inutili a immagini erotiche più o meno esplicite (e basta guardare i calendari esposti dal proprio meccanico per rendersene conto).
Il fatto è che quella pubblicità la paghiamo tutti, anche quelli che del cosiddetto vaccino, giustamente, non si fidano. Perché, di regola, le organizzazioni internazionali sono finanziate dagli Stati membri e, quindi, dai contribuenti.
A meno che questa pubblicità non l’abbia pagata la Pfizer. E se è vero, come è vero, che il principale finanziatore privato dell’OMS è quel noto vaccinista di Bill Gates, provate a indovinare chi è il principale finanziatore privato dell’UNICEF?