Vai al contenuto

Un po’ di umanità per l’Italia

Una volta, al tempo del bipolarismo dei rapporti internazionali, alcuni Stati (ovviamente quelli più forti) conducevano “interventi armati a scopo umanitario” in altri Paesi, non solo e logicamente allo scopo di proteggere i propri cittadini, ma anche quelli altrui, laddove i diritti di questi ultimi fossero minacciati dai locali governi autoritari e dispotici. Si trattava, tanto per intenderci, della classica “esportazione di democrazia”.

Si prenda, allora, il caso dell’Italia. E cioè di un Paese dove un Governo che rappresenta solo sé stesso spinge i cittadini che amministra a “vaccinarsi” in massa, utilizzando un farmaco sperimentale dagli effetti incerti; e che, per fare ciò, ricorre a minacce e a ricatti aggirando la Costituzione e alimentando discriminazione, violenza verbale e odio sociale; un Paese dove la casta politica, pur di restare attaccata alla cadrega, elargisce voti di fiducia, converte ossequiosamente in legge i decreti governativi e, di fatto, entra in stato di ibernazione; un Paese dove la classe dei cosiddetti intellettuali, pur di non recidere il cordone ombelicale che la tiene avvinta al potere, si tappa quasi unanimamente occhi, naso e bocca di fronte alla deriva antidemocratica; un Paese dove una larga parte della corporazione medica si rende complice di questa deriva, vuoi per pavidità, vuoi per interesse; un Paese, infine, dove tanti cittadini confusi, spiazzati, delusi e vilipesi si vedono prospettare l’ennesima minaccia, l’ennesima violenza: se non ti vaccini resterai chiuso in casa (in attesa, sia chiaro, di finire i tuoi giorni in un campo di concentramento).

Chissà se non sia giunto il momento che qualcuno decida di fare un bell’intervento “d’umanità” in Italia. Magari la Polonia, che mostra segni sempre più evidenti di insofferenza verso il Grande Feticcio Europa (e i poteri finanziari che esso rappresenta e tutela), o magari la Spagna, la cui magistratura, forse ricordando i neanche tanto lontani tentativi di golpe, dichiara incostituzionale lo stato di emergenza proclamato dal governo in carica: ciò che potrebbe servire al duplice scopo di evitare, agli spagnoli, insane derive autoritarie e, a noi, di aprire finalmente gli occhi sulle reali finalità politiche dell’emergenza sanitaria.