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“Se mi lasci mi vaccino”

L’antica minaccia dell’innamorato tradito si adegua alla gestione politica del Covid e la scritta “Se mi lasci mi vaccino” compare, inquietante, su un muro di Roma. Su un altro muro, nella stessa città, trova invece ospitalità l’esilarante manifesto immortalato dalla foto di copertina.

Si tratta di simpatiche sintesi giovanili della vicenda Covid o del termometro dell’insofferenza popolare?

Che la protesta contro la gestione politica del Covid abbia assunto dimensioni consistenti e trasversali ce lo rivela, al di là di ogni dubbio, il sostegno fornito da tanti cittadini allo sciopero dei lavoratori portuali.

Stupisce, semmai, che l’intero Paese non si fermi. Forse perché tutti o quasi già vaccinati? Forse perché tutti o quasi rintronati dalla televisione? Forse perché tutti o quasi timorosi di essere politicamente scorretti, e cioè anti-liberisti, anti-europeisti e anti-globalisti?

In attesa di avere risposte a queste domande, è come sempre significativo ricordare la storia e, in particolare, il gesto di Guido Keller, capo dello “Ufficio Colpi di Mano” durante la Reggenza del Carnaro, il quale nel novembre 1920 gettò un pitale su Montecitorio accompagnando la gentile offerta con le seguenti parole: “Dono al Parlamento e al Governo, che si reggono da tempo con la menzogna e la paura, la tangibilità allegorica del loro valore”.

Se, oggi, le persone con gli attributi sono sempre più rare e precarie, alle altre, invece, la nuova tessera fascista denominata Green Pass servirà forse a procurare un posto fisso, magari in televisione.