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Resta tutto in famiglia

Vi ricordate il 1992? Si aprì con l’arresto di Mario Chiesa e l’inizio di Tangentopoli e proseguì con l’omicidio Falcone e l’uscita dell’Italia dallo SME causata dai giochetti della finanza internazionale.

Ma nel 1992 successe un’altra cosuccia da niente che forse in pochi ricordano. il 2 giugno di quell’anno un simpatico gruppo di banchieri, industriali e imprenditori italiani e inglesi si riunì sullo yacht della Regina Elisabetta II, il Britannia, e se ne andò a spasso al largo di Civitavecchia per discutere della possibile cessione di alcune imprese pubbliche italiane alle multinazionali anglosassoni (nel 1992, infatti, Russia e Cina erano ancora sconosciute alle scene globali).

Guarda la combinazione, 26 giorni dopo quella simpatica – e per alcuni proficua – crociera si insediò il governo Amato, in cui l’Uomo della Provvidenza, ossia l’attuale Presidente del Consiglio, assunse l’incarico di Direttore generale del Ministero del Tesoro e avviò il famigerato processo di privatizzazione e di liberalizzazione dell’economia italiana, in nome dello slogan che ci avrebbe sfracassato i maroni negli anni successivi: “Lo vuole l’Europa”.

Quel processo, e il referendum abrogativo svoltosi pochi mesi dopo, decretò la fine dell’economia italiana fondata sul sistema delle partecipazioni statali, ossia della più socialista tra le economie capitalistiche dell’Occidente industrializzato. Un sistema economico perfettamente coerente, del resto, con le caratteristiche più salienti, anche sul piano esteriore, della Repubblica sorta sulle ceneri dell’antifascismo: basti ricordare il nostro emblema di Stato, che tra un serto di alloro e uno di quercia reca il simbolo del lavoro manuale, ossia la ruota dentata; o l’art. 1 della Costituzione, che ci ricorda, tra scrosci incontenibili di risate, che l’Italia democratica è fondata sul lavoro.

Sono passati esattamente 30 anni ed è veramente garanzia di stabilità sapere che domani, 20 settembre 2022, in seno alla paludata Consulta si incroceranno l’ex premier di allora e il consigliere giuridico del Presidente del consiglio di oggi.