Certo che se uno avesse ancora dubbi sulla collusione tra tecno-scienza, finanza, media, politica e mercato (in quest’ordine), per fugarli gli basterebbe leggere una notizia come questa: “Arrivato in Italia il furgone con le fiale della Pfizer-Biontech“, notizia pubblicata, guarda caso, proprio il giorno di Natale.
E così, dopo giorni di interviste patetiche e di servizi giornalistici taroccati, tutti volti a celebrare le pretese aspettative degli italiani nei confronti dell’eroica, e ovviamente filantropica, campagna di “vaccinazione di massa”, arriva finalmente – a braccetto della stella cometa – il vaccino tanto invocato.
E’ vero che l’opinione pubblica italiana è ormai da anni rintronata da simpatiche boutade, tipo, per intenderci, che l’Unione europea è una cosa buona e giusta che agisce al di sopra degli Stati e nell’interesse dei cittadini; che il libero mercato allontana il rischio delle guerre; che le privatizzazioni riducono i costi e aumentano l’efficienza dei servizi; che il Presidente della Repubblica è garante della Costituzione; che la medicina ha fatto passi da gigante, e altre amenità del genere.
Ma per fortuna c’è ancora chi pensa che sia un po’ rischioso proporre al pubblico, neanche fosse una strenna natalizia, un vaccino di incerta efficacia e di cui si ignorano gli effetti collaterali (vogliamo dire nuove mutazioni del virus?).
A questo punto la domanda è: come fare per sconfessare, emarginare e, perché no, criminalizzare chi ancora non crede e, soprattutto, non sostiene le verità ufficiali imposte da quel circolo di collusione evocato in apertura?
Semplice: basta dargli del complottista o, meglio, del negazionista, etichetta che oggi apre la strada alla gogna mediatica e al pubblico ludibrio. E magari, domani, a sanzioni penali mirate (come quelle introdotte per colpire chi critica la TAV).
Certo che tutto ciò puzza un po’ di olio di ricino. Ma, del resto, se voi aveste trovato nel Covid lo strumento perfetto per terrorizzare e controllare miliardi di persone, ci rinuncereste?