Vai al contenuto

Normalità, stabilità, cattività

Che una testata liberista, europeista, globalista e vaccinista titoli “La pandemia sta finendo. Draghi riapre l’Italia ai vaccinati” senza che nessuno reagisca alla volontà di fomentare l’odio sociale di cui danno prova certa stampa e certi politici, non fa più notizia.

Fa invece notizia il fatto che la pandemia stia finendo. Intendiamoci, non si tratta di uno scoop vero e proprio, visto che molti, nei giorni scorsi, avevano percepito diversi segnali in questa direzione: bastava ascoltare lo scienziato “televisivo” che invocava dati scientifici obiettivi e fondati, o lo scienziato “ministeriale” che annunciava il prossimo scioglimento degli organi deputati a gestire la cosiddetta emergenza, per capire che qualcosa stava cambiando.

A questo punto, però, sarebbe da chiedersi perché il Governo ha atteso che la pandemia finisse per introdurre l’obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni, o la durata illimitata del Super Green Pass per chi ha ricevuto la terza dose del cosiddetto vaccino anti-Covid: visto che, tra l’altro, l’emergenza dovrebbe finire il 31 marzo, cioè tra un mese e mezzo.

Forse che l’obbligo vaccinale non abbia in realtà alcuna valenza sanitaria ma serva, invece, a soffocare il dissenso di quanti, magari per ragioni anagrafiche (e professionali), ancora possono e vogliono esercitare un minimo di spirito critico? Forse che la durata “illimitata” stia a significare che ‘sto Green Pass ce lo terremo per sempre, indipendentemente dal Covid?

Chissà. Del resto, in Italia, le parole valgono quello che valgono, cioè zero. Perciò, che il Covid finisca o no, che l’emergenza sanitaria sia protratta o meno, si farà sempre in tempo a premiare il bravo cittadino redento, che finalmente ha deciso di sottoporsi al ciclo vaccinale, dandogli il permesso per andare a lavorare o al ristorante; e si farà sempre in tempo ad imporre un richiamino piccolo piccolo per i vaccinati, che in mancanza perderanno la pensione o l’assistenza sanitaria.

L’importante – e questo ormai lo hanno capito anche i muri – è avere introdotto uno strumento di controllo e di discriminazione sociale quale è il Green Pass, che assicurerà lunghi e felici anni di buon governo a chi sarà in grado di elargirlo più o meno graziosamente (e questo molti politici italiani, pur non essendo dei draghi, lo hanno capito benissimo).

A conferma di ciò, l’Istituto Universitario Europeo di Firenze (di provata fede globalista) ha pubblicato un’analisi che auspica che l’Italia mantenga il suo “positive development in terms of political stability” indotto dalla gestione del Covid.

Che poi è, né più né meno, la stessa stabilità che i latifondisti e gli industriali italiani si aspettavano, e che poi ottennero per un ventennio, dall’avvento del Fascismo nel 1922, 100 anni fa tondi tondi.

Ma anche questa, ormai lo sappiamo, è solo una coincidenza.