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L’UOMO (FORTE) CHE VERRA’

I giornali, scudieri dell’Europa Unita, annunciano trionfali che l’Uomo Forte è pronto a scendere in campo.

Peccato che non sia una notizia, perché lo si sapeva già da molto tempo, ben prima di tutta questa faccenda del Coronavirus. Che poi, in fondo in fondo, ricorda tanto la vecchia politica della paura, che segue il solito ruolino di marcia: 1) Crearla mediante situazioni di crisi o emergenze varie; 2) Alimentarla ad arte tramite i media; 3) Gestirla mediante soluzioni politico-normative e uomini forti, che prospettino all’opinione pubblica risposte efficaci, anche se a prezzo di inevitabili, ulteriori sacrifici.

E così, quando cesserà l’emergenza sanitaria e comincerà quella economica, avremo il Super Esperto Europeo che ci farà i conti in tasca e ci dirà cosa potremo fare e cosa no, in nome della nuova, santissima Trinità: banche, bilancio e borse (finanziarie).

Il futuro Padre della Patria dovrà farsi garante con gli investitori internazionali della solvibilità delle nostre imprese, ma soprattutto stabilirà quali sacrifici, in nome dell’Europa, le famiglie italiane dovranno fare per i prossimi, diciamo, dieci anni.

Così, finalmente, verso il 2035, i reduci del Covid affronteranno lieti, un po’ come i loro nonni negli anni Cinquanta, il Boom tanto promesso e tanto atteso. E se pure questo Boom dovesse far leva sull’azzeramento delle pensioni o su ingegnose bolle speculative o su nuovi titoli-spazzatura, sarà sempre consolatorio ricordarsi di quando, da giovani, ai tempi del Coronavirus, tra quarantene e isolamenti forzati, imparando a fare il pane in casa e a coltivare i pomodori in terrazza, si cianciava sui social di un mondo nuovo, diverso e più giusto.

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