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Il Partito dell’Europa

Vi ricordate il Partito dell’Amore? Ma sì, quello fondato nei primi anni Novanta da Riccardo Schicchi e le sue Girls (a cominciare da Moana Pozzi, vera e propria immagine-simbolo del partito, il cui volto compariva anche sulle schede elettorali).

Come dite? Poca roba? Forse.

Però, ammettiamolo, il nome suonava bene.

Come suona bene il nome del partito che questa prevedibile crisi di governo sta confezionando ad uso e consumo degli italiani benpensanti: il Partito dell’Europa.

Quel partito, cioè, che una forza superiore – con il viatico dei soliti esponenti dei soliti partiti della solita politica italiana – ha destinato a generare il prossimo e i successivi governi “tecnici” o, come si dice in questi casi, di salvezza nazionale.

Precedenti in tal senso non mancano, a partire dal governo tecnico “di impegno nazionale” di Mario Monti, incaricato dieci anni fa da Giorgio Napolitano di salvare il Paese dalla crisi innescata dalle speculazioni di un sistema borsistico sempre più sganciato dall’economia reale, eppure osannato e ultra tutelato dalle legislazioni liberiste. Prima di tutte quella dell’Unione europea.

Per consolidare il ricorso a simili modelli di tecnocrazia mancava ancora quel clima da spada di Damocle, da ultima spiaggia, da nessun domani, che il COVID è riuscito a instaurare nell’arco di appena dieci mesi. Complice anche il metodo di gestione dell’emergenza sanitaria fondato sui DPCM adottati a raffica da un presidente del consiglio che sembra dimenticare l’esistenza delle norme costituzionali sulla legislazione d’urgenza (art. 77 della Costituzione).

Metodo che, è difficile negarlo, ha di fatto spianato la strada a chi, in futuro, vorrà fare piazza pulita delle ultime vestigia del sistema di governo “of the people, by the people, for the people” di cui parlava Abramo Lincoln. Sarà uno scherzo, un po’ come rubare le caramelle a un bambino.

Eccola, quindi, l’incubatrice del Partito dell’Europa: tanta paura nel futuro, alimentata ad arte dai media; tanta speranza nelle promesse della scienza e della tecnologia, facciata patinata dietro cui si celano interessi e strategie delle lobby liberiste; tanta rassegnazione da parte degli italiani, rintronati da vent’anni di equivoci sulla missione “salvifica” dell’Unione europea e sul ruolo dei governi di salvezza nazionale.

Come dite? Poca roba? Vedremo.