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Il generale, la zanzara e il luna park del gene-drive

Se c’è una cosa positiva di questa storia del Generale che pubblica macroscopiche ovvietà da tutti lette con stupore e ammirazione (ma poi quanti l’avranno letto davvero, ‘sto libro?) è che molti la pianteranno di avere il sacro terrore di apparire retrogradi e oscurantisti – o, se preferite, di non apparire moderni e progressisti – e cominceranno a ricordarsi che il gender fluid, solo per fare un esempio, è cosa un po’ diversa dalla normalità.

Ma questa è l’unica nota favorevole di tutta questa vicenda, visto che mi dicono (io il libro non l’ho letto e non ho ovviamente nessuna intenzione di leggerlo) che il Generale ha fatto di tutta l’erba un fascio e ha condannato alla gogna anche i complottisti restii a credere alle grandi, inoppugnabili verità rivelate dalla scienza ufficiale e malignamente contrari alla salvifica campagna vaccinale propagandata da eminenti autorità scientifiche quali il Papa e il Presidente della Repubblica.

Del resto non poteva essere diversamente, visto che il Generale, proprio in quanto tale, sarà sicuramente un supergreenpassato e che, a quanto ne so, non ha alzato un dito per contrastare o per denunciare le violazioni sistematiche e generalizzate dei diritti e delle libertà fondamentali perpetrate negli ultimi due anni da governi globalisti e totalitaristi con il pretesto della grande truffa pandemica. Per tacere del fatto che le famose bare di Bergamo le scortava l’esercito, mica i vigili urbani…

Allo stesso modo non mi aspetto che il libro affronti o denunci – tra i tanti cahiers de doléances trattati – una questione che, a differenza di altre, potrebbe rientrare a giusto titolo tra le competenze del Generale, perché rischia di tradursi in un vero e proprio strumento di guerra batteriologica: le famose zanzare geneticamente modificate fabbricate a Terni dal centro di ricerche finanziato da quel noto filantropo di Bill Gates.

Ovviamente, se qualcuno è disposto a credere che quelle zanzare siano fabbricate allo scopo dichiarato di combattere la malaria, è padronissimo di farlo.

Ma potrebbe non essere così: e da più parti già si prospetta la possibilità che, in caso di nuove pandemie, saranno proprio le zanzare OGM sponsorizzate da Bill Gates a veicolare “vaccini” a mRNA e terapie geniche di varia portata ed efficacia. Ciò che permetterebbe non soltanto di vaccinare al volo anche i dissidenti, superando al contempo quelle inutili e fastidiose pregiudiziali che tante polemiche hanno suscitato in passato (hai più o meno di 50 anni? sei o non sei un soggetto fragile? sei un medico? un militare? ecc.), ma anche di ricondurre al titolare del brevetto sul super-zanzarone la proprietà delle eventuali modifiche del patrimonio genetico umano causate dall’inoculazione volante, coerentemente con la disciplina giuridica del brevetto biotecnologico.

Una sorta di luna-park dell’ingegneria genetica, dove la tecnica del gene-drive potrebbe condurre, per la gioia dei biotecnologici finanziati da Gates, a ricombinazioni genetiche impreviste e imprevedibili e dove gli eventuali effetti avversi rappresenterebbero una specie di Mecca della farmaceutica presente e futura.

Voi direte: non ci posso credere. E fate bene. Non credete a me. E neppure a chi evita di parlare di questi argomenti sviando l’attenzione su banalità degne, tutto sommato, di una chiacchierata da spiaggia. Credete a un vero e proprio esperto di zanzare, ossia a quell’eminente scienziato che risulta essere il coordinatore del progetto ternano e che più di tutti, ma è solo una coincidenza, si spese per promuovere la cosiddetta campagna vaccinale anti-Covid.