Con 504 voti a favore (e solo 26 contrari) Il Parlamento europeo ha chiesto un “forte aumento dell’assistenza militare all’Ucraina”, notizia cui fa da pendant quella secondo cui lo stesso Parlamento ha bocciato un emendamento che auspica un maggiore sforzo verso la soluzione diplomatica – ossia pacifica – del conflitto, bocciatura sostenuta trasversalmente dai partiti italiani di maggioranza e opposizione che mangiano alla stessa tavola.
A questo punto, per coerenza, mi sarei aspettato di leggere sulle prime pagine dei quotidiani di oggi: “La UE dichiara guerra alla Russia“, e invece nisba.
Ma, a parte il fatto che chiedere coerenza, onestà intellettuale, trasparenza e verità a politici e giornalisti italiani è come chiedere ai miei cani di andare a ritirare i soldi al bancomat (anche se, tutto sommato, se dicessi loro il PIN…), non è più tempo di formali dichiarazioni di guerra: occorre semplicemente rassegnarci a uno stato permanente di guerra de facto .
Non si è ancora chiusa la grande truffa planetaria del Covid (già si riaffaccia l’incubo di quarte dosi e mascherine); siamo solo agli inizi della crisi energetica che nei prossimi mesi distruggerà definitivamente ciò che resta delle piccole e medie imprese e del ceto medio italiani; e già ci buttiamo a capofitto e a tempo indeterminato nel terzo capitolo della filiera pianificata dalle élite finanziarie per distruggere l’Italia: la guerra.
La cosa che colpisce di più di questa deriva emergenziale è che il “forte aumento dell’assistenza militare” di cui sopra non lo ha chiesto – come sarebbe lecito attendersi – la Commissione europea, notoriamente dominata da bieche lobby global-transumaniste, o il Consiglio dell’Unione, composto da rappresentanti di governi nazionali imposti da quelle stesse lobby, ma il Parlamento eletto direttamente dai cittadini europei.
E allora, retorica per retorica, tanto vale ricordare il più celebre passaggio dell’ultima dichiarazione di guerra pronunciata dal balcone di Palazzo Venezia: “La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano: vincere!”
Vedremo stavolta come finirà.