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Epistemologia della carne sintetica

Il teatrino sul disegno di legge di iniziativa governativa (ddl) che in prospettiva dovrebbe vietare in Italia la produzione e la commercializzazione della carne sintetica dà la misura di come un certo risultato possa essere efficacemente perseguito promuovendo l’adozione di strumenti a esso in apparenza contrari e di come certi apparati di potere, al di là delle dichiarazioni di facciata, risultino di fatto funzionali agli interessi delle élites finanziarie transnazionali.

Vediamo come.

  1. La prima cosa da fare è confondere, tramite i media, l’opinione pubblica sulla natura e l’efficacia delle fonti giuridiche prese in considerazione: se la stampa si riferisce al ddl in questione indifferentemente come a una “legge”, a un “decreto”, a un “provvedimento”, ecc., i cittadini danno per acquisita l’esistenza di uno strumento normativo che traduce in pratica la volontà del governo di realizzare il risultato annunciato (il divieto di carne clonata);
  2. La seconda cosa da fare – grazie al contributo di eminenti scienziati assisi in Parlamento – è stigmatizzare la diffusa avversione per la carne sintetica facendola passare per il retaggio di atteggiamenti retrogradi, oscurantisti e, soprattutto, anti-scientisti, evitando accuratamente, allo stesso tempo, di sollevare il minimo dubbio sulla sicurezza della carne sintetica;
  3. La terza cosa da fare è creare il caso giuridico-istituzionale: secondo i media, il Capo dello Stato si sarebbe in un primo momento rifiutato di autorizzare la presentazione alle Camere del ddl di iniziativa governativa (secondo quanto dispone l’art. 87, comma 4, della Costituzione) preferendo attendere un non meglio precisato “vaglio” dell’Unione europea, ciò che serve a insinuare nella mente dei cittadini non solo che l’UE è a favore della carne sintetica, ma anche che essa ormai controlla l’intero processo nazionale di produzione normativa (con la conseguenza che l’esistenza stessa del Parlamento, del Governo ecc. è ormai ingiustificata, oltreché costosa, e dunque inutile);
  4. La quarta cosa da fare è creare il caso politico: come riporta Avvenire (sic!), l’avversione per la carne sintetica è propria dei partiti di destra, ciò da cui deriva automaticamente il fatto che i partiti di sinistra sono a favore della carne in questione;
  5. La quinta cosa da fare è soffiare sul fuoco del riduzionismo: se sei un detrattore della carne clonata sei inevitabilmente un antiscientista di destra, oltreché un sovranista, mentre se ti schieri a favore diventi immediatamente un progressista illuminato e liberista, oltreché europeista.

Tutto questo teatrino ha un solo scopo: distrarre l’opinione pubblica. Ammesso e non concesso che il ddl in questione sarà approvato, ciò non impedirà in alcun modo che la carne sintetica venga commercializzata in Italia in virtù del principio europeo del mutuo riconoscimento, secondo cui i prodotti legalmente fabbricati in un Paese membro dell’UE possono circolare liberamente in tutti gli altri. Perciò, se nel Paese X produco e commercializzo carne sintetica, conformemente alle disposizioni vigenti in detto Paese, la carne in questione può essere liberamente esportata: grava sul Paese importatore, in ipotesi, l’onere di dimostrare che dall’immissione del prodotto sul mercato derivino lesioni alle esigenze di interesse generale (salute, sicurezza, tutela del consumatore, ecc.).

E’ appena il caso di aggiungere che un divieto come quello previsto dal ddl governativo avrebbe vita breve anche sul piano dei rapporti con i Paesi extra-UE, perché si tradurrebbe inevitabilmente in una restrizione degli scambi commerciali incompatibile con gli impegni assunti dall’Italia nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC): proprio il fatto che l’intero dibattito sull’argomento fa leva su considerazioni di ordine economico-produttivo (tutela degli allevatori, difesa dell’eccellenza alimentare italiana, ecc.), e non su considerazioni sanitarie, riporta il divieto in questione nell’alveo delle misure tipicamente protezionistiche e quindi facilmente censurabili dagli organi dell’OMC.

Ora, siccome tutto ciò è arcinoto anche ai miei studenti, la domanda è: come è possibile che il Ministro proponente (e il suo consigliere giuridico) non lo sappia? E facendo un passo in più: ma se io volessi introdurre la carne clonata in Italia, non vorrei proprio che accadesse tutto ciò che ho descritto finora?