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Covid manager: alla faccia della disoccupazione

La linea seguita dal Governo in carica (che, tanto per ricordarlo, non gode di alcuna legittimazione popolare) giunge ad un punto di svolta: abolizione del coprifuoco, che ormai tiene compagnia agli italiani dai primi giorni di novembre e che, non senza rimpianti, sarà gradualmente abolito a partire da oggi 19 maggio 2021.

Palestre, piscine e parchi divertimento riapriranno, attività finora sospese potranno ricominciare ad essere praticate, addirittura i centri commerciali saranno aperti nel fine settimana. Anche matrimoni e cerimonie varie potranno essere festeggiate, ma solo a condizione che gli invitati presentino l’ormai famigerato Green pass, che permetterà di partecipare alle feste come anche di spostarsi tra regioni di colore diverso.

Tutte queste novità, senza dubbio confortanti e in linea con le aspettative di una popolazione allo stremo dopo un anno apparentemente infinito, valgono però solo per le regioni bianche e gialle, e cioè – attualmente – tutte meno la Val d’Aosta, che così offre al resto degli italiani un’occasione per ricordare della sua esistenza.

Ma a questo punto sorgono spontanee alcune domande: perché ci si affretta a tornare alla normalità, quando la percentuale di vaccinati, rispetto al totale della popolazione nazionale, è appena del 14,83%? È possibile che poco più di 8 milioni di vaccinati facciano tanta differenza da indurre il Governo ad adottare misure così generose come quelle sopra ricordate?

Pur essendo ancora molto lontani dall’immunità di gregge, che richiederebbe la vaccinazione del 70% della popolazione (risultato che non sembra poi così vicino, salvo quanto detto ieri qui), i provvedimenti previsti dal Governo della Provvidenza sembrano essere l’espressione di un Paese in cui la campagna vaccinale ha già dato tutti i suoi frutti.

Quali siano questi frutti, poi, non è dato sapere, visto che in un documento del Ministero della salute, con riferimento alla durata della protezione offerta dal vaccino, si legge testualmente che essa “non è nota in quanto è ancora in fase di determinazione dagli studi clinici in corso”.

Siamo, dunque, in piena incertezza scientifica circa l’efficacia e la sicurezza del vaccino. Però, nel frattempo che scopriamo cosa ci succederà, possiamo anche tornare a giocare nei bingo e nei casinò, a fare shopping la domenica, a festeggiare compleanni e matrimoni, eccetera. A condizione, ripeto, che sia presente un “Covid manager” per assicurare il rispetto delle misure di sicurezza e per accertare che tutti i partecipanti siano in possesso del pass.

Quando si dice creare nuovi posti di lavoro.