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Ci sono gli ignoranti, i pavidi e i collusi. E gli altri.

Ora che la catastrofe ambientale incombe su buona parte d’Italia la gente sembra finalmente disposta a calarsi le braghe, ossequiosa, di fronte a qualsiasi diktat di natura ecologica: e chissenefrega se le esondazioni, le tracimazioni, i disastri, gli sfollati e i morti sono dovuti alla violazione sistematica dei vincoli idrogeologici conseguente alla pluriennale e dissennata cementificazione del Paese o alla controversa gestione – già oggetto di speculazioni e dietrologie “complottiste” – di dighe, invasi e bacini.

Ma tant’è. Metodo che vince non si cambia e l’importante, viene da dire, è replicare la logica emergenziale sdoganata da un evento che sembra appartenere al passato (la grande truffa del Covid e la criminale campagna pseudo-vaccinale a esso collegata) e ormai apertamente utilizzata per soggiogare, giorno dopo giorno, 60 milioni di persone: che per comodità espositiva potremmo sbrigativamente suddividere in ignoranti, pavidi e collusi.

I primi sono quelli che si sono vaccinati con entusiasmo perché persuasi dai furfanti che esaltavano le rutilanti meraviglie della scienza e assicuravano la bontà del cosiddetto vaccino (ossia giornalisti, scienziati da salotto televisivo, politici e altre canaglie del genere). Questi sono irrecuperabili, perché infingardi oltreché ignoranti: bastava che facessero lo sforzo di spegnere la TV, di accedere a qualche fonte d’informazione alternativa, di documentarsi un po’ in giro e, forse, sarebbero approdati a classici come Nemesi medica, perdendo così quell’irragionevole fideismo nella medicina e nei medici che solo fino a qualche decennio fa sarebbe stato del tutto inconcepibile e ingiustificato, come ricorda un divertente film di Monicelli del 1957 intitolato Il medico e lo stregone (e lo stesso discorso vale per la scienza: chi non ci credesse è invitato a partecipare a un qualsiasi consiglio di dipartimento universitario).

Poi ci sono ci sono quelli che, per varie ragioni, non hanno saputo resistere al ricatto vaccinale. Tra questi occorrerebbe distinguere tra i padri di famiglia che non potevano perdere il lavoro e lo stipendio (che posso anche capire, ma non giustificare) e i mentecatti che si sono vaccinati per andare in palestra, al cinema o a cena al ristorante. Ma anche dopo aver fatto questa distinzione ci si accorge che tanto i primi quanto i secondi sono, comunque, irrecuperabili, perché appartengono alla categoria peggiore: quella dei pavidi.

Poi ci sono i collusi, come ad esempio larga parte dei miei colleghi docenti universitari, dei quali peraltro, c’è da scommettere, solo una minoranza si è veramente vaccinata, essendo gli altri ammanicati con il mondo della “scienza ufficiale” e quindi ben consapevoli dei rischi e degli effetti avversi del “vaccino”. Questi sono irrecuperabili perché manigoldi dentro.

E infine ci sono gli altri. Quelli che, un filino in ritardo, hanno cominciato a sollevare il sopracciglio di fronte alla gestione totalitaristica della pandemia e al discutibile operato di personalità comunemente considerate al di sopra di ogni sospetto, come alcuni ex Presidenti del Consiglio, ma che ancora stentano a inalberarsi e a chiedere giustizia di fronte alle notizie, riportate anche dal mainstream, secondo cui il vaccino uccide molto più di quanto si sia detto finora o secondo cui l’Aifa ha scientemente celato gli effetti avversi di quella porcheria sui neonati.

Che poi sono gli stessi che chiudono gli occhi anche di fronte alle notizie secondo cui gli esperti dell’ONU mentono sistematicamente, da anni, sul cambiamento climatico, cosa che da sola basta a sollevare il velo sulle reali finalità – totalitaristiche, appunto – delle misure di gestione della cosiddetta emergenza climatico-ambientale: pale eoliche, efficientamento energetico delle abitazioni, auto elettriche, “città dei quindici minuti” e così via, inseguendo la sfrenata fantasia di chi sta concependo e attuando la scellerata e criminale transizione ecologica.

Avete indovinato: quest’ultima categoria è quella dei fessi. E chissà se, al prossimo giro di giostra, che probabilmente sarà rappresentato dall’escalation del conflitto in Ucraina, i nostri simpatici amici benpensanti la smetteranno di dire “dai, non essere sempre negativo” e si accorgeranno del siluro atomico che gli stanno, come dire, propinando.